La dottrina neopatrimoniale nel contesto della ragioneria scientifica odierna

Chaves Da Silva Rodrigo Antonio

Gli studi sul patrimonio aziendale condotti in Italia e all’estero sono così numerosi da interessare moltissime classi di ragionieri e i massimi cultori della materia. Questi contributi formano senza dubbio un tesoro inestimabile della dottrina contabile tale da suscitare invidia ad altre scienze. Sin da Pacioli – il saggio matematico del Quattrocento che ha inserito nella sua opera un trattato di computisteria sui primi passi della ragioneria e sul metodo di tenuta delle scritture contabili mercantili – fino ai tempi moderni, molti aspetti della disciplina sono cambiati: essa si è infatti nobilitata, passando da tecnica a scienza. Soltanto alcuni autori, tuttavia, sottolineavano l’Oggetto della Ragioneria, intesa come fenomeno patrimoniale. L’inizio della ragioneria scientifica italiana è riconducibile alla prima opera significativa di Francesco Villa, “La contabilità applicata alle amministrazioni private e pubbliche”, omaggiata al Re d ́Austria(2) e a Crippa e Bornaccini che anticiparono moltissimi concetti della logica (del sistema) patrimoniale alla base della nostra scienza. In Brasile i principali testi sull’argomento sono quelli di João Cândido Martins, intitolato “Consultor do Commercio” che richiamava le leggi in vigore nel commercio brasiliano, quello di Horácio Berlinck, uno dei primi professori di Ragioneria del nostro paese e quello di Carlos de Carvalho(3) considerato il padre della Ragioneria brasiliana.

KEYWORDS: Italian and Brazilian doctrines, The doctrine Neo patrimonial, Philosophy and Future of the accountancy.

Chaves Da Silva, R.A. (2015). La dottrina neopatrimoniale nel contesto della ragioneria scientifica odierna, RIREA, n.4, pp. 442-455.