La corporate governance, fattore di superamento della crisi e di sviluppo dell’economia

Bertini Umberto
Il tema della regolamentazione del governo societario ha assunto crescente rilevanza nel nostro paese a partire dai primi anni 2000, quando si determinarono negli Stati Uniti alcuni crac clamorosi (Enron, Wolrdcom, Global Crossing), accompagnati da scandali finanziari di dimensioni inaudite, che spinsero le autorità americane a drastici interventi legislativi (Serbanes-Oxley Act). Le ripercussioni mondiali di questi eventi e il fallimento di alcuni gruppi italiani (Parmalat e Cirio) che determinarono il crollo della fiducia dei risparmiatori, indussero anche il nostro legislatore a rivedere le norme che disciplinano la direzione e il controllo delle società. Si pensò così di introdurre nel nostro ordinamento due nuovi sistemi di governo so- cietario, quello monistico e quello dualistico, già in uso in altri paesi. Questi sistemi, secondo le intenzioni del legislatore, avrebbero dovuto migliorare la conduzione delle aziende, dare serenità ai mercati e fiducia ai risparmiatori. Fu allora che il termine “corporate governance” entrò nell’uso corrente della nostra lingua, al pari di tanti altri termini anglofoni (oramai ci siamo abituati…), per indicare “l’insieme delle regole, di ogni livello (leggi, regolamenti, etc.), che disciplinano la vita di società ed enti sul piano delle responsabilità sociali”. Il fine ultimo della corporate governance è dunque quello di rendere il più possibile armonico il quadro dei rapporti tra la società e i suoi interlocutori. I nuovi sistemi di governance, in vigore dal primo gennaio 2004, non sembrano tuttavia aver prodotto gli effetti sperati, se molte aziende e gruppi industriali e bancari, dopo essere passati al modello dualistico (il modello monistico non è stato nemmeno preso in considerazione), sono tornate al modello ordinario.

 

Bertini, U. (2015). La corporate governance, fattore di superamento della crisi e di sviluppo dell'economia, RIREA, n.1, pp. 14-20.