Editoriale n.1/2017

Coronella Stefano

L’ultima normativa sul tema (il D.Lgs. 139 del 18 agosto 2015, di attuazione della Diret- tiva 2013/34/CE) ha introdotto importanti innovazioni in materia di redazione del bilancio civilistico, quantomeno nella sua forma “ordinaria”. Tali novità sono entrate in vigore dal 1° gennaio 2016 e quindi, per effetto del fatto che quasi tutti i bilanci vengono chiusi al 31 di- cembre, l’applicazione generalizzata della nuova disciplina sta avvenendo proprio in questo periodo.

Gli interventi rispetto alla normativa previgente sono stati molti e, in alcuni casi, desti- nati a modificare radicalmente quelli che per decenni sono stati considerati dei punti fermi della nostra tradizione contabile (si pensi, a solo titolo di esempio, al diverso trattamento di alcune immobilizzazioni immateriali, dei crediti e dei debiti, all’introduzione di una specifica regolamentazione sui derivati oltre che – questa volta obbligatoria a tutti gli effetti – del rendiconto finanziario).

Ciò nel tentativo, nell’ottica della standardizzazione europea, di avvicinare quanto più possibile la disciplina nazionale rispetto al contenuto, in realtà ben più analitico e comples- so, dei principi contabili IAS-IFRS.

Peraltro, tutto questo ha obbligato, ancora una volta, l’OIC ad aggiornare il contenuto dei principi contabili nazionali e talvolta a riscriverlo in buona sostanza (come nel caso dei crediti e dei debiti) o a scriverlo ex novo (come nel caso degli strumenti finanziari derivati).

In questo senso la distanza che prima separava la nostra disciplina nazionale ed i con- nessi principi di derivazione professionale dai principi emanati dallo IASB si è, almeno in parte, ridotta.