Editoriale

Mussari Riccardo

Uno dei temi classici per gli studiosi di management pubblico è la relazione fra i concetti di risultato, controllo e responsabilità. In questo numero di Azienda Pubblica compaiono saggi che, in modo esplicito o implicito, richiamano questi “nessi causali” sui quali vorrei anche io brevemente soffermarmi. Una parte consistente dei contributi, numerosissimi, che hanno avuto per oggetto negli ultimi trenta anni le riforme di ispirazione manageriale che hanno interessato le pubbliche amministrazioni (PA) prendono le mosse da – o in qualche modo si riconducono a – la necessità di superare o almeno integrare i tradizionali concetti di risultato e responsabilità e conseguentemente, anche le logiche e gli strumenti per la misura, il controllo e la rendicontazione da sempre utilizzati nelle amministrazioni pubbliche AP. In molti teorizziamo il superamento della “amministrazione per atti” e sosteniamo la necessità che il comportamento delle AP sia guidato in modo coerente con i fini da raggiungere secondo un’impostazione concettuale e pratica che impone il rinnovamento dell’azione amministrativa e l’adozione di comportamenti economicamente razionali e responsabili. D’altro canto, è per questo motivo che, pur fondandosi sulla predisposizione di piani e programmi che prefigurano classi di bisogni da soddisfare,  acquisizione e combinazione di risorse, produzione e misurazione dei risultati, è caratteristica propria dell’orientamento manageriale – che molti di noi propongono – la costante verifica fra risultato realizzato e risultato ipotizzato. E ciò non solo per consentire un costante supporto informativo alla propria azione e per valutarne i risultati, ma anche allo scopo, ove si rivelasse necessario, di modificare i piani e i programmi che avevano costituito punto di riferimento per l’attività gestionale. […]