Editoriale

Anessi Pessina Eugenio

Il secondo numero del 2011 consolida e sviluppa innanzi tutto alcune riflessioni sul rapporto tra «Stato e mercato» e sul concetto di «valore pubblico». In passato, il pendolo dei modelli interpretativi e della fiducia dei cittadini ha oscillato più volte tra «pubblico» e «privato», accentuando i vantaggi relativi dell’uno o dell’altro, finché ciò non produceva eccessi che finivano per spingere il pendolo nell’altra direzione. Con la crisi economica mondiale del 2008, il pendolo pareva essersi nuovamente orientato verso il «pubblico». Gli sviluppi più recenti, però, sembrano aver generato una situazione inedita, più complessa e parzialmente contraddittoria. Da un lato, i cittadini si affidano allo Stato perché garantisca in ultima istanza sia la tutela delle opportunità di lavoro, sia l’integrità dei risparmi accumulati. Dall’altro, alla presenza dello Stato nell’economia si imputano la debolezza della crescita economica, l’assenza di innovazione, la sfiducia degli investitori; per «rassicurare i mercati» si moltiplicano così, per esempio, le proposte e le iniziative tese a inserire il pareggio di bilancio del settore pubblico tra i principi costituzionali di numerosi Paesi. […]