Editoriale n.1/2015

Coronella Stefano

Questo nuovo anno inizia con un importante interrogativo per gli studiosi e gli operatori delle nostre discipline: ce la faremo a recepire i contenuti della direttiva 34/2013/UE o, come è già accaduto per la quarta e la settima direttiva CEE (direttiva 78/660/CEE e 83/349/ CEE), l’Italia non rispetterà i termini e, fra l’altro, sarà costretta a pagare le relative sanzioni? La domanda è d’obbligo in quanto a cinque mesi dalla scadenza imposta dalla direttiva 34/2013 (il 20 luglio 2015) e cinque mesi dopo la laconica legge di delega al Governo per il recepimento delle nuove disposizioni in materia di bilanci d’esercizio e bilanci consolidati (legge 7 ottobre 2014, n. 154), deve essere ancora nominata (quantomeno al momento in cui si scrive) la speciale Commissione che se ne deve occupare e che dovrà quindi, fra l’altro, riformulare il contenuto degli articoli 2423 e seguenti del codice civile.

La direttiva 34/2013 UE introduce delle importanti novità rispetto all’attuale disciplina, alcune delle qualisono inderogabili, mentre per altre ogni Paese può decidere o meno di farle proprie oppure può scegliere tradiverse alternative.