Capitale umano e crescita

Visco Ignazio

Ringrazio il Rettore Anelli e il Professor Vaciago per avermi voluto invitare alle cele- brazioni del 15° anno di attività della Facoltà di Economia presso la sede di Roma dell’Università Cattolica.

E’ un’occasione particolare per il contesto in cui questa Facoltà è inserita: un campus caratterizzato dall’eccellenza della Facoltà di medicina e del Policlinico Gemelli, un luogo dedicato innanzitutto alla salute e alla cura delle persone.

Il termine “capitale umano” – di cui da lungo tempo fanno uso gli economisti, in parti- colare gli economisti del lavoro – è ormai entrato nel linguaggio comune, anche se è spesso abusato ed esprime un’idea forse eccessivamente meccanicistica. Ci si sofferma soprattutto sull’istruzione e sulla formazione, ma il concetto è ampio. Vi concorrono molte dimensioni dell’individuo: non solo le capacità cognitive derivanti dal patrimonio di conoscenze, com- petenze e abilità tecniche, ma anche quelle non cognitive, come la motivazione o le attitu- dini verso il futuro e le condizioni di salute. Il capitale umano comprende tutto ciò che in- fluenza la capacità degli individui di produrre e creare reddito, oltre alla forza delle loro braccia: la salute fisica e mentale ne è una determinante fondamentale. Non vi è quindi luo- go più appropriato per tornare a parlarne

Visco, I. (2015). Capitale umano e crescita, RIREA, n.1, pp. 5-13.