Lo strano trattamento contabile delle azioni proprie

Ricci Giovanna

Il prof. Capodaglio giustamente pone in rilievo le difficoltà di contabilizzare l’acquisto delle azioni proprie destinate a essere rivendute per ottenere un guadagno dalla differenza dei due prezzi. E’ inopinabile che ciò crea problematiche particolari circa le modalità con cui vengono registrate le operazioni di acquisto e vendita (l’acquisto fa sorgere una riserva negativa da portare in detrazione del patrimonio netto; al momento della vendita delle stesse azioni, se il prezzo di acquisto è inferiore al prezzo di vendita si crea un utile su titoli, oppure si addebita alla riserva negativa in precedenza costituita /o a un’altra riserva? E nel caso di prezzo di vendita minore del prezzo di acquisto si tratta di una perdita su titoli oppure si incrementa la riserva in precedenza costituita?)

A mio avviso problematiche analoghe si creano anche quando l’acquisto di azioni proprie precede il loro annullamento (nel caso di riduzione del capitale sociale, per esempio quando la società le acquista direttamente dagli azionisti che, nei casi previsti dall’art. 2437 del codice civile, intendono esercitare il diritto di recesso. L’art. 3437 quater del codice civile prevede che… in caso di mancato collocamento le azioni del recedente vengono rimborsate mediante acquisto da parte della società utilizzando le riserve disponibili, anche in deroga a quanto previsto dall’articolo 2357 del codice civile (che indica i limiti quantitativi e qualitativi all’acquisto delle azioni proprie).

Ricci, G. (2016). Lo strano trattamento contabile delle azioni proprie, RIREA, n.1, pp. 169-172.